INDICE

  1. Chi erano gli etruschi
  2. La divinazione etrusca
  3. Link al documentario

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Chi erano gli etruschi

Tra il IX e il I secolo a.C. la zona centrale della penisola italica era popolata dagli Etruschi. Questa civiltà si distinse in molti campi, a partire dalla produzione di gioielli e oggetti in oro, erano considerati infatti amanti dello sfarzo. Con lo sviluppo dei villaggi vennero costruiti grandi edifici, i più imponenti riservati all’aristocrazia, dove venivano organizzati grandi banchetti. Ma le opere di ingegneria che rimandano a questo grande popolo sono le necropoli: tombe con la funzione di creare un luogo di riposo per il defunto. Alcune sono piuttosto ampie e affrescate con colori vivaci tutt’ora conservati. Uno dei siti più noti è quello della Necropoli di Monterozzi (Tarquinia, Viterbo) nominata patrimonio dell’umanità nel 2004.

Rispetto ad altri popoli, come i Greci o i Romani, gli Etruschi non hanno lasciato molte evidenze scritte, o meglio, ne hanno lasciate ma spesso molto brevi o senza informazioni di particolare rilevanza rispetto a ciò che già si conosce di questa civiltà. Si dice però che la scrittura etrusca abbia portato alla creazione, nel nord Europa, della scrittura runica.

La civiltà etrusca scomparve in maniera graduale: il motivo è stato una serie di eventi, che riguardavano più ambiti (militare, economico e sociale) che portarono ad un lento declino che durò per molti anni. Nonostante lingua e cultura di questo popolo divennero dimenticate e inutilizzate, i cittadini dell’Etruria non scomparvero, non vennero sterminati o cacciati, ma andarono a fondersi con i Romani.

La divinazione etrusca

Gli Etruschi affidavano molte delle decisioni da prendere ai responsi ottenuti tramite la divinazione. Con questo termine si intende la serie di pratiche che permettono di ottenere informazioni sulla volontà divina riguardo un certo ambito tramite specifici rituali.

Le pratiche più comuni erano l’ornitomanzia, ovvero lo studio del volo degli uccelli, e l’aruspicina, pratica che prevede lo studio delle viscere degli animali. 

L’origine della divinazione è attribuita all’opera di un dio etrusco, Tagete, che apparse dal solco scavato nel terreno dal contadino Tarconte. Le sembianze erano quelle di un bambino ma le conoscenze di questa figura soprannaturale erano quelle di un saggio. Tagete visse per poco tempo, quello che bastava per tramandare importanti insegnamenti al popolo dell’Etruria, che era accorso per ascoltarlo.

Per praticare l’aruspicina, il sacerdote si serviva delle interiora di animali sacrificati. Nello specifico si prediligeva l’utilizzo del fegato. Ad una prima occhiata si poteva già notare se il responso sarebbe stato favorevole: un fegato di dimensioni più grandi rispetto alla media era un buon segno. La restante lettura dell’organo si basava su una divisione in aree, ognuna corrispondente a una divinità. Sedici erano le aree marginali, otto portavano a responsi favorevoli e otto a responsi sfavorevoli, e ventiquattro erano le aree interne.

Venivano utilizzati dei modelli in bronzo che riportavano tutti gli elementi e le aree utili al sacerdote per l’interpretazione della volontà divina. Il più famoso ritrovamento archeologico è il Fegato di Piacenza, portato alla luce nel 1877.

Link al documentario

Su YouTube è possibile trovare un documentario che tratta a trecentosessanta gradi la cultura e lo stile di vita etrusco, condotto da Alberto Angela. La trasmissione è di qualche anno fa, si vede, ma è molto interessante se si vuole conoscere questo popolo in generale.

Link: Il mistero degli Etruschi – https://www.youtube.com/watch?v=jVlYo002Ju8